Frase

Ho paura delle cose che non capisco, e non riesco a capire perché...(F. De Andrè)

venerdì 29 maggio 2009

Sesta riflessione

Non sapevo dell'esistenza di delicious. Il fatto di fare un elenco dei siti che ti interessano e renderli pubblici in questa specie di community dove tutti possono vedere quali siti gli altri seguono/leggono/sono interessati, mi ricollega ai discorsi fatti sulla libera informazione e quindi anche al post di downes e ben precisamente al quarto punto, quello della condivisione. Più in particolare diceva che quando condividi qualcosa, le persone sono più disposte a condividere con te, e cosi accederai a più di quando potrai produrre o acquistare da solo.
Secondo me l'aspetto più importante è appunto il fatto di far circolare conoscenza - io vedo quel sito che tu segui e scopro che è utile, interessante.
Altro vantaggio è che essendo un elenco di siti preferiti su un server io posso connettermi da qualsiasi postazione e avere con me i miei segnalibri.

martedì 26 maggio 2009

Quinta riflessione

L'articolo di Downes è stato come se qualcuno mi avvesse scoperto a rubare qualcosa, scoprire il ladro sul fatto, coglierlo il flagranza di reato. Cavolo, mi hanno beccato!!!
Punto primo (reattivo): faccio una fatica enorme a prestare attenzione davanti ad un pc, anche per giocare. Figuriamoci per leggere. Forse mi diverto di più ad ascoltare e vedere un video. Diciamo che sono un pò egoista. Diciamo che faccio parte di quel mondo dove "tutti vogliono essere scrittori e nessuno vuole essere lettore".
Punto secondo (segui il flusso): anche il mio blog è nato per due fini. Primo per sostenere l'esame e secondo per pubblicizzare il mio gruppo. Non nascondo che ora mi sto appassionando e sto cominciando ad integrare il mio blog e leggere quello che scrivono gli altri (a fatica).
Punto terzo (la cosa più importante è esseri connessi): dico sempre di non aver letto gli altri blog perchè non avevo tempo ed invece non ho fatto niente per tutto il giorno. Al solo pensiero di aprire un post e leggerlo "sudo". Ma anche su questo punto sto migliorando. Dedico sempre poco tempo ma con maggiori risultati.
Punto quarto (condividi): forse l'unica cosa che cerco in cambio e far conoscere il mio gruppo al pubblico, ma diciamo che su questo punto supero l'esame. Non sono stato mai geloso di quello che scrivo, anzi cerco la condivisione (l'hai letto il mio post sul concerto di ieri?).
Punto quinto (RTFM): su questo punto mi considero Lupin. Anche per creare questo blog la prima cosa che ho fatto è stata chiedere ad una mia amica se poteva spiegarmi come si faceva. Pensavo, perchè sforzarmi se c'è qualcuno che lo ha già fatto? Penso che non sia una mancaza di fiducia, è più un fattore fisico. Sono nato stanco. Mi stanco anche a stare seduto davanti al pc. Come la fatica che sto facendo in questo momento a scrivere questo post.
Punto sesto (coopera): penso che la differenza tra una comunicazione offline ed una online è che la prima manca della comunicazione non verbale (intendo gesti, espressioni del viso, odori ecc...). Comunque nessuno ha la meglio sull'altra. A me piace sia comunicare on-line che faccia a faccia. Ma quest'ultima la preferisco.
Punto settimo (sii te stesso): su questo punto sono daccordissimo. Infatti mi fa paura l'idea di farsi una nuova vita o una vita diversa dietro ad un computer connesso ad internet.

lunedì 25 maggio 2009

Commenti...

Inserisco una mail di una mia amica che ha commentato il mio post su facebook. Se ci sono degli errori è perchè è CROATA!!!

"oi davide ho appena datto un occhiata sul tuo blog. Tuo vero? Devo dire che la riflessione su facebook e reti sociali-virtuali, l hai azzeccata a pieno...Vero la gente si e' cominciata a fare le foto solo per condividerle la...per poi commentarle e accentuare quanto si son divertiti,,,e come no...dopo che tutta la serata sei stato li a farti solo le foto. Le gente e' vero si fa vedere come vorebbe essere vista, e nasconde cio' ke non vuole che si nota! e' piu facile comunicarsi cosi, essere piu sicuri di noi, e farsi piacere. Fai bene a non fartello, e' un vizio senza qualle ormai nn riesci a stare. Prima cosa appena torni a casa, e' aprire il profilo facebook...
Poi ti sembra di avere nn so quanti amici...cosi tante cose da far vedere o comunicare, che se tutta sta gente la becchi fuori in piazza, sicuramente dopo 5 minuti non sai piu cosa dire...o meglio cominci a parlare di facebook. ma hai visto su facebook...bla,bla,bla........
Poi passa uno per strada e ti saluta e giorno dopo trovi rischiesta per l amicizia su facebook,,,,vuoi essere mio amico?
Io ho cominciato ad usarlo quando ero a firenze per essere in contatto cn i miei amici in croazia, e ora lo uso per stare in contatto con amici in italia.
E' vero bisogna sapere la giusta misura di ogni cosa...ma le dinamiche feisbuicchane si sono spostate troppo.
La cosa che mi inervoisce appunto di piu e' che gente ormai vuol comunicare solo via facebook...l altro giorno ero a prendere un caffe cn una mia amica, e dopo 30min, diceva andiamo a casa che devo conettermi su facebook, per mettermi d accordo cn miei amici per weekend. Amici che abitano vicinissimo. Mah...veramente sembra che tra qualke mese sto facebook lanciera' qualke modo virtuale anke per passare insieme le serate sul web. Cosi dai potremmo di nuovo fare tutti insieme le nostre serate, chi dalla croazia, chi da Padova, Sardegna, Pollonia, ecc...senza spenderci una lira...visto che facebook ha 1000 applicazioni con cui puoi mandarti anke i drink, coctails, dedicarsi le canzoni, baci e abbracci, non manca niente...Poi si potrebbe parlare tutto il santo giorno di sto facebook...e ci riduciamo sempre a parlare solo di questo...hehe...c sn riusciti alla fine,,,,nel bene nel male si nomina sempre.
Oi ora pero' ti devo salutare perche avro' perso 10 min, a scrivere sta mail, e nn ho controllato mio profilo feisbuicchano. :), e non scherzo :)
Cmq...e' troppo simpatico il tuo blog...Spero vai alla grande...e salutami tutti diavolazzi - pazzi.
Bacioni,
Petra"

Quarta riflessione

Sai, ti ho visto su Facebook! Questo un mio amico ha aggiunto dopo avermi salutato. Il problema è che io non sono iscritto su questo social network e non so neanche come funziona. Aiuto! Non se ne riesce a stare fuori. Mi sembra che ormai la vita sociale si sia spostata su queste "piazze virtuali". Non sono contro. Ognuno deve essere libero di fare ciò che vuole. Ma io proprio non ce la faccio. Dico questo dopo l'esperienza di Windows Live. C'è stato un periodo che non vedevo l'ora di connettermi ad internet per parlare con i miei amici su msn. Prima era come un gioco ma poi piano piano sembrava una cosa di cui non potevo farne a meno. Guai se per un giorno non mi connettevo! Ora posso dire che ho superato questa "crisi sociale". Penso che tutti i social network abbiano una loro utilità. Sono utili se si ha veramente qualcosa da dire, da fare. Bisogna però stare attenti a non traslare la propria vita su questi servizi.
La festa continua su Facebook!!! cosi dicevo qualche tempo fa riferendomi ad alcuni miei amici che ad alcune feste, concerti ecc.. invece di godersi la serata spendevano il loro tempo a fare foto per poi metterle su Facebook, cosi da condividere la loro esperienza insieme agli altri. Ma quale esperienza? Quella di aver fatto le foto? Sicuramente esistono dei lati positivi in questi social network, non voglio assolutamente negarlo. Bisogna saperli usare, un pò come tutte le cose ci vuole la giusta misura. Alcune volte penso che per alcuni siano un modo per nascondersi, per dimostrare quello che vorrebbero essere e che nella vita reale non riesco a fare uscire fuori. Pregio o difetto? Non lo so...ancora ci sto pensando.
Ricollegandomi sempre alla musica inserisco un pezzo di una canzone di Daniele Silvestri:
"vorrei sapermi scollegare
dalla rete intorno
avere altro a cui pensare
che a un aggiornamento
nessun telecomando
mi raccomando
combattere...
combattere la propria dipendenza
dipendenza dipendenza
riuscire in qualche modo a fare senza
a fare senza fare senza
capire dove sta la differenza
fra il vizio e l'esigenza
è una questione di coerenza"
Evviva il Face to Face!!!

venerdì 22 maggio 2009

Terza riflessione

Ammetto di non aver mai saputo dell'esistenza di PubMed. Ho chiesto ad un pò di miei amici che studiano medicina. Sono stato informato che questo sito web è diretto più a chi ha un minimo di conoscenze mediche e non per un utente come me che di medicina ne sa poco o niente. Comunque anche per loro, nella ricerca di pubblicazioni mediche non hanno avuto dei riscontri soddisfacienti. Leggendo alcuni articoli a riguardo ho capito che questa mancata soddisfazione è dovuta a più cause. Una può essere quella di trovare una lingua universale, evitando il problema di tradurre dei nomi inglesi in italiano aumentando cosi le difficoltà di trovare la parola giusta. E infatti più si va diretti al termine esatto più aumenta la possibilità di trovare quello che si sta cercando. Io ho fatto una ricerca sulla "Sindrome di Gilbert" per interesse personale, ed ho ottenuto più di 4.000 risultati. Ecco un altro problema di questo servizio. La proliferazione degli articoli che si trasforma in una vera e propria corsa alla pubblicazione dell'articolo "vincente". Tutto questo è conseguenza dell'interazione della scoperta scientifica con il mondo delle aziende e della dipendenza dei ricercatori dai fornitori, e anche perchè le sperimentazioni sono diventate sempre più costose per i finanziamenti pubblici.
Io penso che il "PROBLEMA" sia uno: é cambiato il senso più profondo della medicina. A questo proposito riporto alcuni pezzi di un'intervista fatta a Gino Strada fondatore di Emergency: "Penso che ormai la medicina sia stata trasformata in merce da bancale del supermercato spesso con la complicità della casta dei medici. Ritengo che la scienza debba impegnarsi per la pace -sostiene Strada - anche se non credo che la scienza sia pacificatrice di per sè perché molto spesso è andata in altre direzioni. La scienza è veicolo di pace quando è assolutamente svincolata dal profitto, dalla logica del mercato. La scienza - continua il medico - deve essere fondata sull'eguaglianza dei diritti. Il paziente non è "amico" o "nemico", è solo paziente" - riferendosi alla possibilità dei medici di segnalare gli immigrati clandestini che si rivolgono a strutture sanitarie nel nostro paese.
Con queste parole Gino Strada, secondo me solleva alcune temi ricollegabili anche ad altre riflessioni descritte nei miei post precedenti, come quello del concetto dell' Open Source o della Proprietà Intellettuale. Penso, ma non lo dico con certezza, che PubMed voleva avere come fine quello di arrivare ad un concetto di libera circolazione dell'informazione medica ma è stata vincolata da quello che è diventata oggi la medicina, pura e vera fonte di guadagno a volte, se non spesso, giocando con la vita degli esseri umani, come se anche questa fosse una merce. Come risponde poi Veronesi a Gino strada "non bisogna confondere la scienza con la tecnologia. La prima è il desiderio di tagliare traguardi nuovi, è ricerca della verità, è universalità, mentra la seconda per definizione risponde al mercato".
Infine, visto che questo è un blog sulla musica, rubo qualche frase scritta da Jovanotti e concludo dicendo: " Dato che un brevetto di una medicina vale molto di più di una vita di una bambina, quante malattie ancora per interesse, non si potranno curare prima che qualcuno pensi che cosi non va bene?".

lunedì 18 maggio 2009

Seconda riflessione

Vorrei esser libero, di non esser libero.
Secondo me il concetto dell'Open Source si può riassumere in questa frase. Mi spiego meglio. Penso che per ogni oggetto, idea, ecc.. ecc.. dovrebbe esistere una forma gratuita e una a pagamento. E tutti devono essere liberi di scegliere l'una o l'altra senza che questa però, porti delle differenze. Diciamo che non dovrebbe esserci una sorta di monopolio come quello della Microsoft. Se è vero che l'unione fa la forza penso che l'idea dell'Open Source ne stia dando dimostrazione. Lo abbiamo visto per il caso di Linux, ora con Wikipedia. Penso che se la voce non è solo quella del padrone allora qualcosa di veramente interessante può avere il suo corso. Collaborare penso significhi anche progredire, migliorare. Che per tutto ci sia l'accesso gratuito poi, credo sia un passo verso una parità di diritti ed una acquisizione di ricchezza. Se non a livello materiale, almeno di ricchezza culturale.
Questi nodi di collaborazione globale che si sono venuti a creare, hanno sollevato anche il concetto della proprietà intellettuale. Come ho detto prima, sono sempre convinto che lavorare e condividere quello che si ha è solo un modo per migliorare. Mettere a disposizione di tutti le tue conoscenze ti permette che queste siano criticate, arricchite, integrate e di conseguenza acquistano, secondo me, un valore aggiunto. Un cantante diceva "vorrei dire ancora tante cose ma se le dico qualcuno mi uccide, perché la libertà finisce dove inizia, solo nella mente libero veramente". Voglio dire che se non temi di condividere le tue ricchezze culturali allora potrai essere libero, libero di arricchirti (non solo materialmente), libero di migliorare, libero di crescere, libero di interagire con gli altri e di acquisire nuove conoscenze insieme e grazie agli altri. Forse avrò fatto un discorso un pò troppo utopico ma voglio credere che sia cosi...

La colpa è nostra!

Buongiorno a tutti!!!
Oggi dopo il brutto risveglio con la canzone dei Pooh è andata un pò meglio. Dico un pò perchè il cantante non è di quelli più allegri e neanche la canzone. Parlo di Giorgio Gaber e mi sono svegliato cantando "Destra Sinistra" intonando questi versi
"tutti noi ce la prendiamo con la storia ma io dico che la colpa è nostra". Secondo me è vero, la colpa è sempre nostra, vada come vada ognuno nel suo piccolo può dare un contributo per migliorare sto cacchio di mondo...il mio contributo è quello di aver scritto questo...non è tanto però...
Ciao!!!!

venerdì 15 maggio 2009

Guardatelo con occhi di...

Ed ora anche i video. Il blog si arricchisce di elementi. Questo perchè per me il blog è come un figlio che poco per volta scopre cose diverse. Bene. Oggi ho scoperto che posso inserire anche i video.
Buona Visione!

mercoledì 13 maggio 2009

Mi dispiace di svegliarti...

Ciao a tutti!!! Nasce oggi, su questo blog, un nuovo spazio dedicato alle canzoni che cantiamo appena ci svegliamo...non mi dite che non vi è mai capitato...
Io stamani mi sono svegliato canticchiando "Tanta voglia di lei", non chiedetemi perchè!!! Vi posso dire che odio i Pooh, e questa cosa mi incuriosisce. Perchè il bello penso sia proprio questo: come mai sto cantando questa canzone???. Magari poi non ci sarà nessuno motivo...boh!!!
Poi non è detto che ogni mattina ci si sveglia cantando una canzone, ma se vi capita e qualcuno lo vuole segnalare, questo è il posto giusto. Basta contattarmi o lasciare un commento a questo post.
Buon risveglio!!!

sabato 9 maggio 2009

Prima riflessione

L'articolo del Professor Michael Welch mi ha suscitato due riflessioni che definirei una materiale ed un' altra filosofica.
La prima concerne problemi che ogni giorno siamo chiamati ad affrontare durante la nostra carriera educativa-scolastica. Quello delle spese penso sia in cima a questi. Credo che i soldi delle istituzioni scolastiche vengano gestiti in maniera inappropriata, che ci siano molti sprechi. Il problema però, secondo me, non si risolve tagliando i fondi per le università, per la ricerca ecc... ma si dovrebbe spenderli meglio. Ho potuto constatare, iscrivendomi all'università, che esiste un numero enorme di corsi per ogni facoltà, e porto un esempio di un mio amico che sta seguendo un corso di specialistica con due iscritti, lui compreso. Secondo me dovrebbero accorpare più corsi rendendoli più proficui all'apprendimento.
Esiste anche un investimento diverso da facoltà a facoltà. Ma forse questo è dovuto ai diversi fini istruttivi che perseguono le facoltà (anche se secondo me la facoltà di medicina vale tanto quale quella di lettere e filosofie). Un altro appunto che mi viene da evidenziare sulle spese è quanto gli studenti sono costretti a spendere per studiare. La spesa più straziante è quella degli affitti, ma poi ci sono le tasse universitarie, divise, rifacendomi al discorso degli sprechi, non proprio equamente. L'esempio che voglio riportare è quello apparso qualche mese fa sul giornale la repubblica nella pagina dedicata a Firenze (http://firenze.repubblica.it/dettaglio/la-casa-dello-studente-parla-straniero/1598517) dove si discuteva sulla disparità di trattamento per quanto riguarda l'assegnazione delle borse di studio tra studenti italiani e studenti stranieri. Il problema stava che l'azienda regionale diritto allo studio di Firenze non era costretta, e se non ricordo male neanche poteva, verificare l'effettivo reddito della famiglia dello studente straniero. Questo comportava certificazioni false a discapito degli studenti italiani che per poche centinaia di euro non potevano godere dei benefici della borsa di studio compromettendo a volte il loro percorso di studi.
Forse se, di rimpetto alle spese ci fosse una struttura adeguata e dei servizi funzionanti allora varrebbe la pena spenderli questi soldi. Parlo delle aule che non ci sono, dei computer che non funzionano, della disorganizzazione dei corsi che si accavallano, dei professori che non si fanno trovare, dei piani di studi che la segreteria ancora non ha capito come gestire ecc ecc...
Come passaggio dalla riflessione materiale a quella filosofica mi servo del “problema” dei molteplici supporti informatici (la tecnologia, il cellulare, il pc, le messaggerie istantanee, i blog e i social network) che hanno fatto il loro ingresso nel mondo dell'istruzione. Da una parte c'è da dire che sono diventati elementi di disturbo nelle ore di apprendimento (ad esempio lo squillo del telefonino durante le ore di lezione). Voglio portare qui un esempio: ad una lezione di sceneggiatura multimediale, avevamo quasi un pc a testa. Questo ci serviva per fare delle prove di usabilità di alcuni siti. Durante la lezione, non dico tutti, ma almeno la metà dei miei compagni era connesso su face-book, msn e altri social network fregandosene altamente della lezione. Sembrava quindi che il silenzio era sinonimo di attenzione. Invece no. Era sinonimo di menefreghismo. Qui viene da imputare la colpa in prima istanza allo studente. Ma come fa riflettere quest'articolo forse bisogna davvero accorgersi che le cose stanno cambiando. Forse deve nascere un modo diverso di insegnare, di instaurare un rapporto diverso tra insegnate-studente e di accettare tutte le innovazioni che arrivano, integrandoli con i vecchi metodi. Sto affrontando ora la riflessione detta filosofica. L'articolo parla anche di ambienti alienanti, di ambienti come discarica delle informazioni. Penso che questo un po' sia vero. Tempo fa ho assistito ad una lezione di storia del cinema, nella triennale, con almeno un centinaio di alunni e mi toccava stare seduto per terra di fianco al cestino dell'immondizia non vedendo neanche la faccia del professore. Oltre al problema quindi fisico-materiale (il fatto di non avere una sedia e un posto dove scrivere) nasceva il problema del contatto con il professore. Il fatto di assistere ad una lezione e non sapere neanche che faccia abbia il tuo professore penso sia veramente un problema alienante appunto. Ti senti non partecipe alla lezione, senza avere un modo di interagire, di dire la tua su qualcosa, quasi come fosse una dittatura dell'insegnamento. Niente. Tagliato fuori.
Alla fine penso, riguardo al problema dell'alienazione dello studente, che sia colpa anche della tecnologia. Ormai si fa quasi tutto attraverso un pc ed internet (iscrizioni all'università, agli esami, domande ai professori ecc ecc). Se da una parte si restringono i tempi e le distanze geografiche (non nego che sia un atteggiamento positivo) dall'altra i contatti interpersonali con i professori ma anche con gli stessi compagni vengono a mancare. Questo non so se è un bene o un male. Riflettiamoci.
Per concludere, penso che il problema di tutto questo è la non presa di coscienza di un cambiamento da effettuare nelle scuole, università ecc., integrando i nuovi media nel percorso formativo di uno studente. Bisogna sfruttare la tecnologia nel modo più proficuo possibile e non solo di contorno (come ad esempio il professore che legge quello che viene proiettato sul muro, penso che sia di una noia abnorme e di un'altrettanta inutilità).

domenica 3 maggio 2009

L'AltraVersione in silenzio...

Voglio avvisare i fans dell'AltraVersione che domani per fortuna o purtroppo non si suona. E non si suona neanche martedi come si sperava...quindi appuntamento rimandato forse alla prossima domenica.
Una buona notizia però c'è e cioè che se le cose assurde continuano nella loro assurdità domani dovrebbe esserci il sole...non voglio portare sfiga sia bene inteso...anzi un pò di sole non dispiacerebbe neanche a me.
Inoltre volevo segnalarvi che un componente dell'AltraVersione ha partecipato anche al concerto del primo maggio...in che veste lascio a voi immaginare...
Con quest'ultima notizia vi saluto, vi invito a lasciare commenti e a seguirci in ogni nostra apparizione pubblica e non solo...
Ciao a presto!